31 Ago Storie di Guerra. Dante Domenicucci
I disegni del fronte 1944-1945
Rocca demaniale di Gradara, 7 settembre – 6 ottobre 2024
In occasione dell’ottantesimo anniversario del passaggio del fronte da Gradara (1944-2024), l’A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, sede provinciale di Pesaro, in collaborazione con il Comune di Gradara, Gradara Innova s.r.l. e la Rete Museale Marche Nord e grazie alla disponibilità della Direzione della Rocca di Gradara presenta una rassegna dedicata ai trentacinque disegni eseguiti nel 1945 dall’artista urbinate Dante Domenicucci durante il soggiorno delle truppe anglosassoni a Urbino. A causa del loro straordinario valore storico i fogli, testimonianza di un momento critico della storia provinciale e di tutta Italia, vengono acquistati all’A.N.P.I. nel 1984.
Rocca di Gradara – sala dell’anticappella
7 settembre – 6 ottobre 2024
inaugurazione sabato 7 settembre ore 18.00
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Rocca per i possessori del biglietto d’ingresso al museo
Dante Domenicucci, pittore incisore, nasce a Urbino il 26 maggio 1915. Ottiene il diploma di abilitazione all’insegnamento della calcografia nel Regio Istituto d’Arte di Urbino. Successivamente è insegnante di disegno alla Scuola d’Arte di Arcevia (AN). Prende parte ai Littoriali della Cultura e dell’Arte nel 1936 e nel 1937; alla Mostra Interprovinciale d’Arte in Ancona (1937-1938) e alla Quadriennale Romana nel 1939. Nella primavera del 1942 partecipa a Roma, alla Prima Mostra degli Artisti Italiani in Armi con una selezione di disegni. Nel 1943 esegue otto acquetinte e acqueforti a colori per il volume Intermezzi del Cervantes, edito dal Regio Istituto d’Arte di Urbino.
Muore a Urbino nel 1989. Gran parte delle sue opere vengono raccolte dall’amico Paolo Volponi, che ne apprezza l’arte turbata e personalissima. Nel 2014-15, in occasione del centenario della morte, l’Accademia Raffaello di Urbino gli dedica una retrospettiva personale, Dante Domenicucci. Segno e visione.
Storie di guerra. I disegni del fronte 1944-45
Dalla Prefazione ai disegni scritta da Renato Bruscaglia (1984):
“Come mettere a fuoco il contesto dal quale hanno avuto origine questi disegni di Dante Domenicucci?
Come ricomporre, sia pure per sommari accenni, le motivazioni che li hanno alimentati ora che il sovrapposto spessori di ricordi fanno schermo quasi invalicabile verso quel passato remoto? Inverno I945; questo è il primo dato inconfutabile.
Si dice inverno per intendere primavera e autunno, che si è trattato, come tutti ben sanno, di una unica lunga stagione di stenti, di smarrimenti, di speranze fragilissime e però anche di pervicaci ritorni di fiducia.
La guerra ed i suoi ultimi eventi guerreggiati sul terreno di casa, si era impantanata in qualche posto a ridosso della pianura Padana; la guerra civile che si era accesa di bagliori sinistri al seguito delle truppe liberatrici esigeva, da tutti, dolorosi consuntivi. La fortuna, ma più ancora un confidente abbandono alla buona sorte auspicata e sempre benedetta dalle nostre madri, ci aveva, malgrado tutto, fatto sopravvivere e, seppure a stento, riguadagnare la confidenza affettuosa delle natie contrade.
Reduci amaramente delusi e però resistenti alle pur minaccio se costrizioni degli spietati occupanti, già nell’inverno del ‘44, e con tedeschi e repubblichini in casa, avevamo ritrovata la voglia di rivivere nel lavoro. Per fare qualcosa, si diceva allora, ma in effetti anche per rimediare qualche soldo dignitosamente senza scendere a compromessi con gli arroganti padroni di quei giorni. Passarono gli eserciti; a ritroso gli sconfitti, incalzanti, come i loro potenti caterpillar, i liberatori. E si fermarono
per riprendere fiato: Inglesi, Indiani, Polacconi, Irlandesi ecc.. Presero stanza in più luoghi della città, ma gli inglesi più a lungo, nel palazzo delle scuole elementari in Piano di Santa Lucia.
Dantin, come allora chiamavamo affettuosamente Domenicucci, in quell’inverno del 45′ si vedeva poco fra piazza e torrioni, perché aveva trovato rifugio (e ristoro) proprio presso quegli inglesi di Santa Lucia dove tornavano a riposare e a ritemprarsi i soldati e ufficiali di quel contingente prima di tornare ai vari fronti di
guerra. E fu proprio la che lo sorpresi una volta, durante uno di quei pomeriggi musicali che molti ex-giovani delle due o tre generazioni che hanno radici fra gli anni ’15 e ’25 del secolo, ben ricorderanno, non foss’altro per i graditissimi the e per l’abbondante pasticceria che ci veniva offerta dagli ospiti.
Dante era dunque là, con quei soldati, a, tracciare in punta di penna e senza troppi indugi, fisionomie riconoscibili su carte postali, vistosamente rigate per l’ordinato scrivere a casa e per il più festoso e perciò anche colorato Happy New Year di prossima scadenza. Rammento chiaramente la sorpresa che provai; per l’inattesa e insospettabile freschezza e per la vitalità espressiva che mi Tu, in seguito, confermata autorevolmente anche da Carnevali e dagli altri. Erano, sì, da apprezzare per la dimessa singolarità del movente e della funzione, ma anche per la puntualità nel rilevare, da modelli estremamente mobili ancorché abbandonati al riposo, apparenze di forma e tratti psicologicamente tutt’altro che approssimativi o superficiali.
Senza apparente sforzo da parte sua, di Dante dico, che al contrario osservava quasi di sottocchio, nascondendo l’attenzione dell’indagare, quasi fosse una biasimevole indiscrezione. Sono nate e cresciute così certe rapidissime annotazioni di occhi e bocche spesso isolate dal contesto facciale dato soltanto per più fugaci accenni) guarnite di folti baffi spioventi, ispidi anche per il sottinteso britannico colore; occhi chiari, a taglio stretto, accesi di luci più pigre che lampeggianti; mascelle e zigomi induriti da antiche determinazioni e fatiche, sotto baschi pesantemente fregiati o emergenti da sciarponi di lana attorcigliati fra collo e mento.
Tutto un ricco campionario di “note a margine” scritte con grafica eleganza è certo non insignificanti se ricondotte al confronto del tragico risalto vissuto da quella umanità in sofferenza.
La gran parte di quei disegni è andata lontano a corredo di notizie forse rassicuranti, forse angosciose anche se mai scopertamente prive di humour; altri di quei fogli disegnati da Domenicucci siamo riusciti a recuperarli al suo ritorno dopo i diciassette anni di segregazione in casa di cura e a raccoglierli in mostra, per riguardarli e farli conoscere agli amici e compagni che la guerra aveva tenuti lontani; altri sono di recente usciti dalle sue disordinate cartelle e possono essere misurati nello loro olimpico distacco, in quella loro apparente indifferenza mossa appena dal cenno di un sorriso a mezza bocca”.
Storie di Guerra
DANTE DOMENICUCCI
I disegni del fronte 1944-45
Rocca di Gradara, sala dell’anticappella
7 settembre – 6 ottobre 2024
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Rocca per i possessori del biglietto d’ingresso al museo
info tel. 0541964181 Rocca di Gradara
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